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sabato 5 gennaio 2013

Da Qara: In laude di Brahimi e di tutti i veri colloqui di pace

Cari tutti,
a quanti ci chiedono della nostra incolumità: al di fuori resta di tanto in tanto molto pericoloso, ma noi rimaniamo provvisoriamente al sicuro dentro il nostro Monastero.


Qara 1 gennaio 2013
Subito dopo la Santa Messa di Santo Stefano riceviamo la notizia che vi è una interessante intervista da seguire su Almayadeen. Questo trasmettitore è apparentemente dissociato  dal network Jazeera in Qatar ed è ora domiciliato in Iran. Si sta trattando della questione di come il Natale viene celebrato quest'anno in Siria.  Mostrano: poca gente per le strade di Damasco, il Patriarca, un deputato della Siria, un uomo dell’ "opposizione" che proclama: nessuna violenza ma vogliamo la pace, e la madre Agnes-Mariam. Le loro testimonianze sono di un grande impatto.
Quest'anno Natale è celebrato, ma in modo tanto diverso. Sia i Patriarchi come i leader musulmani hanno invitato a  vivere le Feste di Natale, ma in modo meno esuberante e contribuendo in tal modo a soccorrere la gente e le famiglie colpite e in questa guerra , in particolare i cristiani che soffrono a Homs, Quousseir, Aleppo.
Tutti hanno dato una forte testimonianza di unità, in particolare i musulmani, che dicono che nella Costituzione non c'è "Maggioranza" e "Minoranza", che l'Islam non è la religione della Siria e che in Siria non vi è "guerra di religione" e ritengono che i cristiani di Siria non possono andare via. Tutti parlano di una cospirazione dell’Occidente.

A uno dei musulmani è stato chiesto: quanti musulmani ci sono ora  in Siria?, e lui ha risposto: 18 milioni. Quando gli è stato chiesto: quanti cristiani ci sono? egli ha risposto ancora: 18 milioni. Noi siamo sempre stati insieme, ha detto, e abbiamo sempre celebrato insieme Natale e Capodanno. Solamente adesso ci tocca portare la sofferenza di vedere i quartieri cristiani devastati. Ma attraverso il dialogo e la pace l’unità della Siria si potrà recuperare.

In questa Domenica abbiamo ricevuto una notizia particolarmente gratificante da Qara. Due settimane fa ci avevano chiesto di pregare per il rilascio di ufficiali cristiani rapiti in Qara, e di un farmacista. I rapitori avevano chiesto un milione di Lyre siriane,  altrimenti la famiglia avrebbe avuto indietro solo la testa. Abbiamo recitato tutti i giorni intense preghiere. Dopo una settimana i rapitori hanno chiesto  solo la metà. Che era comunque inaccettabile. Continuiamo a pregare e oggi veniamo a sapere che  l'uomo è stato rilasciato, sano e salvo. D'altra parte ci è giunta una nuova richiesta di preghiera urgente per la liberazione dei quartieri cristiani Mhardeh sopra Hama.

L’ Eucaristia della sera è particolarmente dedicata per il lavoro del mediatore di pace Lakhdar Brahimi, che in Damasco sembra avere buoni contatti con l'opposizione moderata. Nel frattempo, noi preghiamo per fermare l'esplosione di violenza che "Gli amici della Siria" in questo momento vogliono scatenare.  
Nel suo discorso di Natale anche Benedetto XVI chiede dialogo e una soluzione politica. Questo è così lontano dai sogni di America,  Europa e le roboanti "soluzioni" degli "Amici della Siria" , che sembrano portare solo il caos. Noi offriamo l'Eucaristia ogni giorno per una svolta nei negoziati per una soluzione politica, per Brahimi, che ottiene da noi grande fiducia.
Sì, c'è speranza per la Siria.

L'Occidente vede in tutta la sua cecità già da 20 mesi "la fine imminente del governo siriano" e "la fuga di Bashar al-Assad". La realtà è diversa. Non appena verrà confermata l'amministrazione di Obama II al Senato, sarà messo sul tavolo il piano di pace per la Siria nel Consiglio di Sicurezza. I boss della NATO che erano contro il piano di pace sono stati messi da parte. 
Viene discusso questo mese come eventualmente possano essere dispiegati i "caschi blu" in Siria. 
Anche se la Francia e l'Inghilterra si erano veementemente opposte al piano di pace, non possono far altro che seguire in ciò l'America . Esse hanno tentato senza successo di cambiare il piano di pace di Brahimi.
E poi ci sono anche gli "uomini in campo": i guerrafondai. Gli jihadisti di Hamas, fedeli a Khaled Mechaal, hanno cercato di prendere il campo di Yarmouk, ma sono stati espulsi dall'esercito, solo dopo però essere riusciti a provocare danni.
Ora provano a far qualcosa dentro e fuori Damasco.
Lasciatemi ammettere nel frattempo che tra l'esercito siriano ci sono molte difficoltà. Se i giovani vedono giornalmente amici che uccidono e muoiono, e inoltre sanno che i loro coetanei che si battono contro la Siria molto spesso vengono pagati più di loro, la tentazione di passare dall'altra parte può essere grande. Più dura è la guerra, maggiore è la tentazione.

Detto questo, parliamo ora della gallina occidentale dalle uova d'oro della rivoluzione siriana: il Libero Esercito Siriano. Questo non è un esercito, non è libero e non certo siriano, ciò che già si sapeva.
Sono terroristi provenienti da ogni dove, drogati e  pagati dagli sceicchi degli stati del petrolio.
Dei distretti, borghi e città, che si suppone siano già sotto il loro controllo, solo la
devastazione è visibile, mentre la popolazione stessa a poco a poco riprende una convivenza pacifica.

Ora bisogna solo aspettare il momento che gli alleati occidentali si sveglino e non sostengano questo oscuro club di terroristi ... per il bene del popolo siriano e per la pace nel mondo.
O, con le parole di una delle persone più informate: l'Esercito Libero Siriano continuerà a brillare per un pò come una stella morta.
Voilà, e ora è il momento per i veri colloqui di pace.


Perciò per ora cercherò di smettere con i miei scarabocchi politici per cercare di dare tutte le opportunità al reciproco dialogo. I miei commenti chiaramente non cambieranno i dialoghi, soprattutto perchè sono scritti per entrambe le parti in una lingua incomprensibile...
Tuttavia, voglio esprimere la mia solidarietà a tutti gli uomini di buona volontà, da ogni angolo o da ogni storia, che vogliono contribuire alla pace in Siria.
Per più di venti mesi ho scritto abbastanza. E il nostro grido di soccorso è solo diventato più forte. 
 
Se in Occidente ancora non si sa che cosa sta realmente accadendo, allora non si vuole saperlo.
Io sono stato abbastanza chiaro. Ed era giusto così, anche se non me lo si è chiesto.
L' occidente "cristiano" (America, Europa, completata dalla Turchia) con i suoi amici paesi terroristi del Golfo (Arabia Saudita e Qatar) deve sospendere questo lavoro diabolico.
Che risolvano i loro "casini" nelle loro nazioni prima!
Allora ci sarà molto presto la pace e voi sarete di nuovo benvenuti qui.
Nel frattempo continuate a pregare e lavorare per la giustizia e la riconciliazione, verità e dialogo.
E io da parte mia, cercherò di non scrivere per un pò questi commenti.


Signore Gesù, benedici il Presidente e i membri del governo della Siria.
Benedici i Presidenti, i capi di Stato e di Governo di tutti i Paesi.
Benedici tutti i membri dell'opposizione.
Benedici il popolo siriano, e soprattutto le famiglie che sono state fortemente colpite da questa guerra. Lascia che i morti condividano la Tua misericordia.
Benedici tutti i cittadini del mondo.
Benedici le chiese cristiane e tutti i quartieri in Siria pesantemente colpiti.
Benedici tutti i Cristiani in Oriente e Occidente, cosi' che comprendano il loro compito in questo mondo e lo facciano con coraggio.
Signore, abbi pietà di me (da recitare 40 volte).

A tutti un benedetto 2013!

Padre Daniel  Maes, Qara

Syrie : l'Envoyé de l'ONU et de la Ligue arabe fait part d'options limitées pour parvenir à une sortie de crise



parvenir à une sortie de crise



Le Représentant spécial conjoint des Nations Unies et de la Ligue des États arabes en Syrie, Lakhdar Brahimi.
31 décembre 2012 – « Je suis incapable de voir une issue en dehors des deux possibilités suivantes : soit une solution politique qui réponde à leurs aspirations légitimes est acceptée de tous les Syriens, soit la Syrie se transforme en enfer. »Ces propos ont été tenus par le Représentant spécial conjoint pour les Nations Unies et la Ligue des États arabes pour la Syrie, Lakhdar Brahimi, lors d'une conférence de presse donnée dimanche au Caire, dernière étape d'une série de déplacements au Moyen-Orient et ailleurs, dans le cadre des efforts qu'il déploie afin de trouver une solution politique négociée pour mettre fin au conflit qui déchire ce pays.« Les gens parlent d'une Syrie divisée en une myriade de petits états à la manière de la Yougoslavie. Absolument pas ! Ce n'est pas ce qui va se passer. Ce qui va se passer, c'est une 'somalisation' du pays, avec l'émergence de chefs de guerre et un peuple syrien persécuté […] », a prévenu M. Brahimi
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