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lunedì 22 aprile 2013

NOTIZIA DEL RAPIMENTO DEI VESCOVI DI ALEPPO


Aleppo: due Vescovi sono stati rapiti dai gruppi armati  di Al Nusra front , alla periferia della città.

Si tratta  dell' Arcivescovo di Aleppo, Iskenderun e Circoscrizione Greco- Ortodossa  Paulos Yazigi 

e del Metropolita di Aleppo dei Syriaci Ortodossi  John Ibrahim .

Mar Gregorios Yohanna Ibrahim

L'autista (un diacono) è stato ucciso immediatamente.



Il vescovo Paulos Yazigi è il fratello del Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente dei greco-ortodossi, Youhana X Yazigi.


PREGHIAMO CHE IL SIGNORE LI PROTEGGA!
info 23 aprile 
  • Please share it to all the world ..
    Dear Friends around the world
    I am sorry to inform you that Bishop Yohanna Ibrahim of the Syrian Orthodox Archdiocese of Aleppo was kidnapped this afternoon on his way back to Aleppo from the Turkish borders. He went there to bring back with him Bishop Boulos Yazaji of the Greek Ort...hodox of Aleppo. The news which we have recieved is that an armed group from (Chichan) stopped the car and kidnapped the two bishops while the driver was killed. We are working and doing our best for the release of the two Bishops and return safely. So far we are unable to connect with them or with their kidnappers.
    Please circulate this message as wider as you can. We need pressures of all churches in the world and embassies around the world for their release. The Bishop was doing a humanitarian mission to release two priests who were kidnapped months ago.
    Please do your best in this critical issue and also we need the prayers of all faithful around the world for their safety.

    written by Mr. Razek Siriani
    Director of Ecumenical Relations & Relief Office

Il patriarca Gregorios III Laham incontra il Papa. Fare la pace in Siria significa fare la pace in tutto il Medio Oriente

Il problema non è “armare” o “non armare”. Il problema è “come fare la pace”


Radio Vaticana, 18 aprile 2013
Papa Francesco ha ricevuto stamani Sua Beatitudine Gregorios III Laham, patriarca di Antiochia dei Greco-Melkiti, in Siria. 
Manuella Affejee ha incontrato il patriarca chiedendogli quali possono essere oggi le possibili soluzioni della guerra in Siria: RealAudioMP3

R. : Purtroppo, in Europa, in Francia, in Inghilterra, in America non si parla che di “armare” o “non armare”: è veramente un peccato, un grande peccato, non pensare in termini diversi che “armare” o “non armare”. Non si parla di sforzi più seri e più realistici e più efficaci per la pace. E’ veramente incredibile che le persone se ne rendano conto! “Armare” o “non armare”: non è questo il punto! Noi siamo le vittime della vostra esitazione. In questo momento, abbiamo moltissimi cristiani tra le vittime. Tutto questo come se fosse successo niente! C’è una palese ingiustizia nella considerazione, nella valutazione della situazione. Noi moriamo, tutti i giorni siamo vittime del caos, corriamo il rischio di essere rapiti, di rimanere vittime di qualche esplosione, e questa esplosione potrebbe riguardare una scuola, una fabbrica, un’università, semplici passanti, una chiesa …
Il problema non è “armare” o “non armare”. Il problema è “come fare la pace” in questa terra che, come ho detto al Santo Padre, sta soffrendo. Sono già due anni di Via Crucis …

D. – Il conflitto in Siria già si ripercuote sui Paesi confinanti, come il Libano, la Giordania, Israele … Quale prospettiva intravede per questa regione, nel futuro immediato?

R. : Le nostre speranze sono riposte in questo incontro che, come si dice, si svolgerà a giugno tra Putin e Obama. Speriamo che i due Paesi possano accordarsi su come uscire dalla crisi e non su come “armare” o “non armare”. Se si rimane nella dialettica di “armare” o “non armare” e “chi armare”, ci saranno soltanto ancora più vittime, ancora più disgrazie, ancora più sofferenza in tutto il Medio Oriente, e anche più combattimenti.
Credetemi, in questo momento il Libano corre pericoli maggiori della Siria, perché è più fragile, più diviso, è un Paese piccolo ed i suoi problemi sono gravi. Beirut “brucia” ogni giorno, siamo sempre minacciati. La Giordania ancora si salva, la Palestina soffre comunque, Gaza soffre, sono divisi; l’Iraq è sempre traumatizzato, sempre vittima di esplosioni, di attentati, di divisioni interne. Ed è proprio per questo che, credetemi, fare la pace in Siria significa fare la pace in tutto il Medio Oriente, è il passo migliore verso la pace in Palestina e verso la soluzione del conflitto israelo-palestinese.
I rapporti tra Oriente e Occidente sono condizionati da una soluzione dei problemi della Siria giusta ed equa.

Testo proveniente dalla pagina del sito Radio Vaticana http://it.radiovaticana.va/news/2013/04/18/il_patriarca_gregorios_iii_laham_incontra_il_papa._appello_di_pac/it1-684100