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mercoledì 11 maggio 2016

Le sanzioni uccidono e spingono alla fuga il popolo siriano: l'Italia le rinnoverà?


La Nuova Bussola Quotidiana
di Robi Ronza

 L’urgenza di porre termine alle sanzioni contro la Siria, imposte dalle potenze occidentali tra cui l’Italia, è drammaticamente emersa l’altra sera dalla testimonianza a Milano del Vicario apostolico di Aleppo dei latini, mons. Georges Abou Khazen.
 Al pubblico che gremiva l’auditorium “Giorgio Gaber” non è però sfuggita l’assurdità di tali sanzioni di cui ancora una volta fa le spese la gente comune, e non il governo che così si vorrebbe colpire. Mentre per definizione il traffico clandestino di armi non ne viene affatto frenato, a causa di esse l’interscambio di beni indispensabili si deforma passando dal legittimo commercio al contrabbando, e la solidarietà familiare e civile viene costretta all’illegalità. Alcuni esempi: a seguito del conseguente blocco dei trasferimenti di denaro verso la Siria, per posta o a mezzo banca, i siriani stabiliti all’estero già da prima dell’inizio della guerra, tra cui non mancano professionisti qualificati e imprenditori di successo, non possono spedire denaro ai loro parenti in patria. Per questo motivo può accadere che a dei figli o nipoti residenti in Europa o negli Usa sia impedito di dare sostegno a genitori anziani o nonni bisognosi di cure e di assistenza. Un gran numero di giovani, che frequentavano università europee o americane grazie a borse di studio offerte dal governo o da altri enti siriani, hanno poi dovuto interrompere gli studi perché tali borse sono state bloccate. 

Si potrebbe continuare l’elenco aggiungendo che ad esempio le organizzazioni non governative impegnate in programmi di assistenza non possono più spedire legalmente denaro ai loro operatori in Siria; e che alle missioni archeologiche occidentali, già attive in Siria, non è più possibile stipendiare collaboratori e custodi che altrimenti avrebbero potuto contrastare il saccheggio degli scavi e dei musei. Senza poi dimenticare che le sanzioni contro la Siria (come anche quelle contro la Russia) colpiscono in modo molto specifico l’export dell’Italia. Per fare un esempio che riguarda la Siria, l’industria tessile della regione di Aleppo, spazzata via da degli insorti che erano in pratica forze di invasione, lavorava molto spesso avvalendosi di assistenza tecnica italiana e di macchinari importati dall’Italia. 

Quella che in Occidente è presentata come una guerra contro il regime di Assad per buoni motivi viene vista da molti siriani come una guerra contro il loro Paese, la sua società e la sua economia. Nel vuoto ostile che si è aperto ha buon gioco la Russia, che molti vedono come l’unica grande potenza che, sia pure anche per suoi interessi, sta realmente puntando a una soluzione non catastrofica della crisi. Nel suo discorso mons. Abou Khazen ha poi pure sottolineato quanto ai tanti professionisti e tecnici siriani che si sono laureati in Europa, e che perciò bene ne conoscono lingue e culture, dispiaccia tra l’altro la rottura delle relazioni non solo diplomatiche ma anche culturali con i Paesi dove hanno vissuto e studiato: sono state chiuse infatti non solo le ambasciate, ma anche gli istituti di lingua e cultura ad esse collegati. “Con la chiusura del consolato d’Italia ad Aleppo, erede di una rappresentanza diplomatica che la Repubblica di Venezia aveva aperto nella città già nel secolo XVI,” ha osservato mons. Abou Khazen, “si è interrotta una presenza secolare”. 

Tanto più tenendo conto di come stanno adesso le cose, a nostro avviso le sanzioni contro la Siria vanno sospese. E’ una decisione che si può prendere a prescindere dai negoziati di pace in corso, con i quali non interferisce. Rinnovate per un anno dal Consiglio Europeo nel maggio 2015, tali sanzioni scadono il 1° giugno prossimo. E’ dunque il momento di ricominciare a parlarne. 
E’ troppo augurarsi che il nostro governo prenda posizione contro il loro rinnovo dimostrando, non solo a parole ma anche con i fatti, la sua conclamata volontà di impegnarsi per la pace e lo sviluppo dei Paesi del Mediterraneo? Una pace e uno sviluppo che sono tra l’altro nel pieno interesse dell’Italia.

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-e-giunta-lora-di-rimuovere-le-sanzioni-alla-siria-15994.htm


Al link di seguito il comunicato che informa che le sanzioni del maggio 2015 sono rinnovate fino al 1 giugno 2016:

Riceviamo questo messaggio:
Il 1° giugno scadono le sanzioni alla Siria e probabilmente saranno rinnovate  quando si riuniranno i rappresentanti degli esteri, ambasciatori o ministri, dei paesi dell' Unione europea. Per rinnovarle dovrebbe essere necessaria l' unanimità, per cui l'Italia se volesse potrebbe impedire nuove sanzioni. L' embargo alla Siria determina ulteriori sofferenze a un popolo che vive già una situazione tragica. Ogni retorica sui migranti che scappano dalla guerra siriana è ipocrita e falsa se nello stesso tempo cerchiamo di affamare, impedire le cure, negare il riscaldamento a chi rimane in Siria. 
Non so se in questi 15 giorni riusciremo a mettere in piedi qualche iniziativa per chiedere l' abolizione delle sanzioni: sarebbe giusto, utile e necessario. Sicuramente anche ognuno di noi, da solo, può far girare le notizie sull' embargo, sul web ma anche a voce con amici e parenti.  
E' giusto fare il possibile, fare poco è comunque meglio di non fare niente. 
Marco Palombo



LEGGI ALTRE TESTIMONIANZE E APPELLI A  RIMUOVERE L'EMBARGO CONTRO IL POPOLO  SIRIANO:

"Così si uccide la speranza, la dignità, e anche la vita fisica di un popolo"  Testimonianza delle Monache Trappiste dalla Siria lacerata dal conflitto  http://oraprosiria.blogspot.it/2013/02/crudele-ipocrisia-delle-sanzioni-la.html

Quei bimbi siriani uccisi  dall' embargo  http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/bimbi-siriani.aspx

 Pierre Merjaneh commenta la situazione: "parlano di sanzioni economiche, ma sono in realtà sanzioni umanitarie "… 

Le Monache siriane: "Vi chiediamo, operate per la cessazione delle inique sanzioni che uccidono la nostra gente"  http://oraprosiria.blogspot.it/2015/07/le-monache-siriane-vi-chiediamo-operate.html

«La speranza non si uccide solo con il fucile, ma anche con le sanzioni» 

-  SPEZZIAMO L'EMBARGO L’Italia abbia coraggio, per i siriani  http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/spezziamo-embargo-siria.aspx

Il Patriarca Younan: "Le sanzioni alla Siria sono peggio di una guerra"  https://it.zenit.org/articles/le-sanzioni-alla-siria-sono-peggio-di-una-guerra/

-  «Mandate alimenti e vestiti ma firmate l’embargo contro la Siria. Denunciate le violenze dei jihadisti e poi li armate»  http://www.tempi.it/occidente-deve-fermare-la-guerra-in-siria-agendo-sulle-cause-non-curarne-gli-effetti-nei-suoi-confini#.VzM-RoSLSM9

-  La ricetta dell’Italia per la Siria, sanzioni e fornitura di armamenti ai ribelli?  http://www.vietatoparlare.it/la-ricetta-dellitalia-per-la-siria-sanzioni-e-fornitura-di-armamenti-ai-ribelli/

L’embargo internazionale impedisce l’esportazione, i prezzi dei prodotti venduti sul mercato nero sono schizzati alle stelle...  
 http://www.proterrasancta.org/it/lappello-del-custode-di-terra-santa-emergenza-siria/