Traduci

Visualizzazione post con etichetta Tulsi Gabbard. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Tulsi Gabbard. Mostra tutti i post

giovedì 23 luglio 2020

Tulsi Gabbard approva una disposizione che richiede un rapporto sull'impatto umanitario delle sanzioni statunitensi su altri Paesi

 Segnaliamo l'importante iniziativa del Membro della Camera dei Rappresentanti per lo Stato delle Hawaii TULSI GABBARD : per la prima volta viene proposto al popolo americano di conoscere le conseguenze sulle popolazioni colpite dalle misure disumane approvate dall'Amministrazione USA, quali il recente 'Caesar Act', ed assumerne la responsabilità. 
In Siria, che attraversa la più grave crisi economica della sua storia, la gente sta morendo di fame a causa delle sanzioni e della Legge Caesar. L'inflazione ha reso tutto costoso, la gente non riesce più a comprare medicinali e cibo, e mentre il COVID 19 si diffonde rapidamente, la malnutrizione colpisce e la mancanza di vitamine e difese indebolisce il sistema immunitario.
E' un disastro umanitario quel che sta per accadere!  


21 luglio 2020 Comunicato stampa
Traduzione italiana di Gb. P. per OraproSiria
Washington, DC - Ieri la Camera ha approvato un emendamento all'annuale 'National Defense Authorization Act' (Legge sulla difesa nazionale) presentato dalla Rappresentante nel Congresso USA Tulsi Gabbard, che richiede un rapporto iniziale e annuale al Congresso da parte dell'Amministrazione circa l'impatto umanitario delle sanzioni statunitensi. Attualmente non esiste alcuna valutazione all'interno del governo degli Stati Uniti per determinare l'impatto delle sanzioni statunitensi su altri Paesi. Questa disposizione obbligherà ad esaminare e riferire circa l'impatto umanitario che le sanzioni statunitensi hanno avuto (ed hanno) sulla popolazione dei Paesi soggetti a sanzioni globali. L'emendamento è stato approvato come parte di un gruppo di emendamenti al disegno di legge con un voto di 336 favorevoli e 71 contrari ed è parte del disegno di legge completo approvato oggi dall'Assemblea.
Tali rapporti sarebbero richiesti su tutte le sanzioni globali esistenti imposte ai governi stranieri dagli Stati Uniti, nonché su eventuali nuove sanzioni di questa natura che l'amministrazione desiderasse imporre. È richiesto un rapporto aggiornato ogni anno.
"Troppo spesso le sanzioni statunitensi sono comminate a un altro Paese nel tentativo di "punire" il leader di quel Paese senza considerare quale sia il reale impatto di tali sanzioni sulle popolazioni. In realtà, queste sanzioni sono come un assedio dei nostri giorni, che incidono maggiormente sui cittadini del Paese sanzionato, limitando la loro fornitura di cibo, acqua, medicine e forniture di base di cui hanno bisogno per sopravvivere, causando gravi malattie, sofferenza e morte. Nel frattempo, il leader del Paese sanzionato spesso non ne soffre", ha detto la rappresentante Tulsi Gabbard. “Al momento non esiste alcuna valutazione o responsabilità per i leaders del nostro Paese in merito alle catastrofi umanitarie causate da queste sanzioni. La mia disposizione ha incluso nella NDAA modifiche, richiedendo una valutazione iniziale seguita da relazioni annuali sull'impatto umanitario delle sanzioni statunitensi su altre nazioni ".
"Mi congratulo con la rappresentante Gabbard per aver lavorato in modo bipartisan per imporre, per la prima volta, rapporti ufficiali sui danni causati da sanzioni di ampia portata", ha affermato Erik Sperling, direttore esecutivo di Just Foreign Policy . "È giunto il tempo che il popolo e i politici americani abbiano le informazioni di base sull'impatto dei nostri regimi sanzionatori su decine di milioni di persone che non hanno mai fatto nulla contro gli interessi statunitensi. Attivisti umanitari di base in tutto il Paese si mobiliteranno e contatteranno i loro rappresentanti per garantire che questa disposizione sia introdotta nella legge. "
"L'emendamento alla NDAA (Legge sulla difesa nazionale) della rappresentante Tulsi Gabbard è un primo passo molto importante verso lo sviluppo della supervisione del Congresso sull'uso di ampie sanzioni economiche. Contribuirà inoltre a far luce sull'impatto mortale delle sanzioni sulle popolazioni innocenti. Nel corso degli anni, il governo degli Stati Uniti ha imposto decine di sanzioni economiche senza mai dover rivelare pubblicamente l'impatto che queste misure hanno sulle economie e sulle situazioni umanitarie dei Paesi sanzionati. Siamo consapevoli di alcuni dei terribili effetti delle sanzioni grazie a studi indipendenti che hanno dimostrato come i tassi di malattie, malnutrizione e mortalità aumentino in modo significativo nei Paesi bersaglio di sanzioni; ma il governo degli Stati Uniti non ha mai ufficialmente riconosciuto questo e altri "danni collaterali" causati da sanzioni. Inoltre, più e più volte il presidente degli Stati Uniti ha ordinato sanzioni senza mai dover spiegare quali obiettivi di politica estera il governo si aspetta di raggiungere o riferire se uno di questi obiettivi è effettivamente raggiunto", ha detto Alexander Main, direttore della politica internazionale presso il 'Center for Economic and Policy Research'. "L'emendamento di Gabbard aiuta a correggere questa palese mancanza di responsabilità riguardo all'uso delle sanzioni e contribuirà a sensibilizzare sugli effetti letali e spesso controproducenti delle sanzioni."
Il contesto: L'emendamento adottato richiede che il Presidente, il Segretario di Stato, il Segretario del Tesoro, il Segretario al Commercio, l'amministratore USAID e l'Ambasciatore degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, riferiscano al Congresso sull'impatto umanitario di tutte le sanzioni globali esistenti o nuove proposte. L'amministrazione è inoltre tenuta a fornire un rapporto di aggiornamento annuale al riguardo.
L'anno scorso, la rappresentante Tulsi Gabbard ha espresso preoccupazione per il fatto che le sanzioni potrebbero minare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti con un ampio impatto sulla popolazione generale, infiammando le tensioni regionali e danneggiando gli alleati degli Stati Uniti.

Informazioni sulla Rappresentante Tulsi Gabbard: la deputata del Congresso Tulsi Gabbard sta esercitando il suo quarto mandato alla Camera degli Stati Uniti in rappresentanza del Secondo Distretto delle Hawaii, e fa parte dei Comitati dei servizi armati e dei servizi finanziari della Camera. In precedenza ha fatto parte della Commissione per gli affari esteri e della Commissione per la sicurezza interna. È stata eletta nel Consiglio comunale di Honolulu nel 2010, e prima ancora all'età di 21 anni, è stata eletta alla legislatura statale delle Hawaii nel 2002, diventando la persona più giovane mai eletta nello Stato. Tulsi Gabbard ha prestato servizio nella Guardia Nazionale dell'Esercito delle Hawai per oltre 17 anni, è una veterana di due dispiegamenti in Medio Oriente e continua a servire come Maggiore.
https://gabbard.house.gov/news/press-releases/rep-tulsi-gabbard-passes-provision-requiring-us-report-humanitarian-impact-us

martedì 31 gennaio 2017

"Il popolo siriano vuole disperatamente la pace": di Tulsi Gabbard

Il modo migliore per aiutare il popolo siriano è quello di affrontare la causa principale della crisi che spinge le persone a scappare dal loro Paese, cioè la fine della guerra. Coloro che fuggono non vogliono perdere le loro radici, vivere in un campo profughi o spostarsi in un Paese lontano. Essi preferirebbero restare in casa propria, nel proprio Paese. Questo è il motivo per cui dobbiamo porre fine alla guerra, finalizzata a un cambio di regime, che ha causato enormi sofferenze e morti.’’

Non sono le parole di uno dei giornalisti indipendenti che da sei anni ribadiscono, fino allo scoramento, la necessità di porre fine alla guerra terrificante contro la Siria, denunciando le false ragioni con cui la coalizione a guida USA e i media mainstream asserviti la giustificano. Mi piace citare, fra tutti, la bravissima e profondamente umana Silvia Cattori, che si prodiga sin dall’inizio nella denuncia di questo conflitto con articoli di grande spessore, tra cui le significative interviste ad un testimone d’eccezione, il dottor Nabil Antaki di Aleppo.
Non è il grido di uno dei tanti milioni di cittadini siriani che questa guerra infame ha ferito, mutilato, lasciato senza affetti, amicizie, cure mediche, scuola o lavoro, privato di una casa o anche dell’amata terra natale ridotta in macerie.
Non è la dichiarazione di uno dei testimoni che, incessantemente, cercano di penetrare l’opaca cortina di indifferenza che avvolge la maggior parte del mondo, comprovando l’abominio della guerra.

Questa volta, a raccontare la barbarie del conflitto siriano, a denunciarne i responsabili e a inorridire per tanta efferatezza, è una cittadina statunitense di sicuro molto al corrente delle dinamiche della politica e dei conflitti mediorientali: Tulsi Gabbard, veterana della guerra contro l’Iraq e attuale membro del Congresso USA. Con coraggio ed onestà (valori sempre più rari in questi tempi confusi), andando contro i poteri guerrafondai e smentendo la narrazione ipocrita dei media corporativi, accusa il suo Paese, gli Stati Uniti, di finanziare e armare i gruppi terroristici di al-Qaeda e ISIS. 
    Maria Antonietta Carta 

 Il popolo siriano vuole disperatamente la pace 

24 gennaio 2017  Medium.com

Mentre Washington era pronta per l'inaugurazione del Presidente Donald Trump, io ho trascorso la scorsa settimana in Siria e Libano con una missione di inchiesta per vedere e ascoltare direttamente i Siriani. Le loro vite sono state divorate da una guerra terribile che ha ucciso centinaia di migliaia di persone e ne ha costretto milioni ad abbandonare la terra natale in cerca di pace. Ora è chiaro più che mai: questa guerra per un cambiamento di regime non serve agli interessi degli Stati Uniti e certamente non è nell'interesse del popolo siriano.

Abbiamo incontrato questi bambini in un rifugio ad Aleppo. Le loro famiglie erano scappate dalla parte orientale della città. L'unica cosa che essi vogliono, l'unica cosa che vogliono tutti coloro che ho incontrato, è la pace. Molti di questi bambini hanno conosciuto soltanto la guerra. Le loro famiglie non desiderano altro che tornare a casa e alla situazione in cui le cose erano prima della guerra iniziata per rovesciare il governo. Questo è tutto ciò che vogliono.

Ho viaggiato e visitato le città di Damasco e Aleppo, e ascoltato Siriani provenienti da diverse parti del Paese. Ho incontrato famiglie sfollate dalla parte orientale di Aleppo, da Raqqah, da Zabadani, in Latakia e alla periferia di Damasco. Ho incontrato i leader siriani di opposizione che hanno guidato le proteste nel 2011, vedove e figli di uomini che hanno combattuto o combattono per il governo e vedove di coloro che combattevano contro il governo.
Ho incontrato Il Presidente libanese neo-eletto Aoun e il Primo Ministro libanese Hariri, l'Ambasciatore americano in Libano Elizabeth Richard, il Presidente siriano Assad, il Gran Muftì Hassoun, l’Arcivescovo Denys Antoine Chahda della Chiesa siro-cattolica di Aleppo, musulmani e leader religiosi cristiani, operatori umanitari, accademici, studenti universitari, proprietari di piccole imprese, e altri ancora. Il loro messaggio al popolo americano è stato potente e omogeneo: ‘’Non vi è alcuna differenza tra i ribelli ‘moderati’ e al-Qaida (al-Nusra) o ISIS. Sono tutti uguali. Questa è una guerra tra terroristi sotto il comando di gruppi come ISIS e al-Qaida da una parte e il governo siriano dall’altra. Tutti gridano agli Stati Uniti e ad altri Paesi di smettere di sostenere coloro che stanno distruggendo la Siria e il suo popolo.’’ 
Ho sentito questo messaggio più e più volte da coloro che hanno sofferto e sono sopravvissuti ad orrori indicibili. Mi hanno chiesto di condividere le loro voci con il mondo: voci demoralizzate per non essere state ascoltate a causa delle falsità e delle relazioni di parte che accreditano una narrazione in supporto a questa guerra per un cambiamento di regime, a scapito delle vite dei Siriani. 
Ho sentito le testimonianze sulle proteste pacifiche del 2011 contro il governo, rapidamente scavalcate da gruppi jihadisti wahhabiti come al-Qaida (al-Nusra), finanziati e sostenuti da Arabia Saudita, Turchia, Qatar, Stati Uniti e altri. Hanno utilizzato i manifestanti pacifici, hanno occupato le loro comunità, ucciso e torturato i Siriani che non volevano collaborare con loro nella lotta per rovesciare il governo.

Ho incontrato una ragazza musulmana di Zabadani, che nel 2012, appena quattordicenne, fu rapita, picchiata ripetutamente e violentata da "gruppi ribelli" arrabbiati perché suo padre, un pastore di pecore, non avrebbe dato loro il suo denaro. Dovette assistere con orrore all’uccisione del genitore. Uomini mascherati scaricarono contro di lui nel soggiorno di casa i proiettili delle loro armi. Ho incontrato un ragazzo che è stato rapito per strada mentre andava a comprare il pane per la sua famiglia. Fu torturato con un annegamento simulato e con la corrente elettrica, poi posto su una croce e frustato perché aveva rifiutato di aiutare i "ribelli" – Gli aveva detto che voleva solo andare a scuola. Questo è il modo in cui i "ribelli" trattano i Siriani che non collaborano o la cui religione non è per loro accettabile.

Anche gli oppositori politici al governo di Assad, hanno espresso con forza il rifiuto categorico della violenza per realizzare le riforme. Essi sostengono che, se i jihadisti wahabiti alimentati da governi stranieri fossero riusciti a rovesciare lo Stato siriano, si sarebbe distrutta la Siria, con la sua lunga tradizione di una società laica e pluralistica, dove gente di tutte le religioni ha vissuto pacificamente fianco a fianco. Questa opposizione politica continua a chiedere le riforme, ma è decisa a sostenere fermamente lo Stato nella realizzazione pacifica di una Siria più forte per tutti i Siriani fino a quando i governi stranieri sosterranno una guerra per il cambio di regime finanziando i gruppi terroristici jihadisti. 

In principio, non avevo alcuna intenzione di incontrare Assad, ma quando mi si è offerta l’occasione, ho sentito che era importante coglierla. Credo che dovremmo essere pronti a incontrarci con chiunque per porre fine a questa guerra che sta causando enormi sofferenze al popolo siriano. 
Ho incontrato queste donne incredibili di Barzi. Molte di loro hanno mariti o familiari che combattono o con al-Nusra / al-Qaida o con l'Esercito siriano. Quando arrivano a questo centro sociale, tutto ciò rimane indietro. Esse trascorrono il tempo con le nuove amiche, apprendono competenze diverse, a cucire o a fare progetti per il loro futuro. Prima di arrivare a questo centro riabilitativo erano estranee, ora sono "sorelle" che condividono risate e lacrime. 

Torno a Washington DC ancora più convinta che la nostra guerra illegale per rovesciare il governo siriano si debba concludere. Dall'Iraq alla Libia e ora in Siria, gli Stati Uniti hanno intrapreso guerre per il cambiamento di regime, ciascuna causa di sofferenze inimmaginabili, di devastanti perdite di vite umane e del rafforzamento di gruppi come al-Qaida e ISIS. 
Esorto il Congresso e la nuova Amministrazione a rispondere immediatamente alle suppliche del popolo siriano e ad appoggiare l’arresto dell’azione terroristica. Dobbiamo smettere di sostenere direttamente e indirettamente i terroristi - direttamente, fornendo armi, addestramento e supporto logistico a gruppi ribelli affiliati ad al-Qaida e ISIS; e indirettamente, attraverso l'Arabia Saudita, gli Stati del Golfo e la Turchia, che, a loro volta, sostengono questi gruppi terroristici. 
Dobbiamo porre fine alla nostra guerra per rovesciare il governo siriano e focalizzare la nostra attenzione sulla lotta per sconfiggere al-Qaida e ISIS. Gli Stati Uniti devono smettere di sostenere i terroristi che stanno distruggendo la Siria e il suo popolo. Gli Stati Uniti e gli altri Paesi smettano immediatamente di alimentare questa guerra. Dobbiamo permettere al popolo siriano di riprendersi da questa guerra terribile. 

Grazie, 
Tulsi   

   (Traduzione: Maria Antonietta Carta)

https://medium.com/@TulsiGabbard/the-syrian-people-desperately-want-peace-e308f1777a34#.9gueu0vbt